Corriere della Sera – Nautica, appello alla politica

«Più credito e tempi certi»

Costantino (Italian Sea Group): «Nel 2018 il settore è cresciuto del 18 per cento, ma adagiarsi sarebbe un errore: servono reti tra imprese e attenzione ai medio-piccoli»

di Mauro Bonciani

Nautica e cantieristica in Toscana valgono un miliardo di euro di fatturato, il 25% dell’intero settore italiano, con 270 aziende e 3.000 addetti, che diventano un migliaio di imprese e 10.000 addetti considerando l’indotto.

Un settore che tira, con una forte propensione all’export,ma che chiede a governo e Regione un sostegno, per un cambio di marcia che permetta di crescere anche alle aziende medie e piccole, spesso piccolissime.
«Nel 2018 la nostra crescita è stata in media con quella italiana, del 18%, e quest’anno ci aspettiamo un’ulteriore crescita con la continuazione della fase positiva,mai rischi globali sono tanti e non ci si può adagiare—
spiega Giovanni Costantino, coordinatore della ricostituita commissione regionale nautica di Confindustria e patron di The Italian Sea Group, che comprende Admiral, Tecnomar, Celi e Nuovi Cantieri Apuania e conta 350 dipendenti — Le sfide che dobbiamo affrontare sono molte e occorre cautela, pur nella consapevolezza della forza e dell’unicità del nostro distretto».
Due i fronti su cui agire. «All’ interno del distretto e della filiera bisognerebbe esistesse, cosa che purtroppo non è, una rete tra le imprese sarebbe strategico, con i grandi gruppi volano per i piccoli e per la crescita
di tutti.

Poi c’è il capitolo delle politiche industriali perché né i privati, né noi come Confindustria possiamo fare da soli…»
E qui gli industriali chiamano in causa esecutivo nazionale e la giunta regionale. «È necessaria più attenzione del governo verso le imprese medio e piccole, per le quali non serve il taglio della tasse, i loro margini sono comunque esigui, ma finanziamenti agevolati e sostegno verso le banche — sottolinea Costantino — I piccoli hanno più difficoltà ad investire e se si guardano solo i numeri di bilancio, i rating, come fanno le banche per le rigidità loro imposte dalle regole europee, si finisce per dare i soldi a chi non ne ha bisogno.

Sul fronte del credito Fidi Toscana in pratica non opera più verso i medio-piccoli e la Regione deve supportare l’accesso al credito.

Come dovrebbe dare risposte in tempi brevi e certi sulle procedure, una riforma a costo zero che avrebbe risultati immediati e toglierebbe uno dei maggiori freni per le imprese, l’incertezza.
Basterebbero questi due fattori per dare investimenti e nuovi posti di lavoro».

Anche il distretto nautico è alle prese con la difficoltà di trovare addetti specializzati, nonostante la presenza di molti giovani preparati e competenti — «non troviamo figure tecniche, come macchinisti, gruisti, addetti alla logistica, ingegneri specializzati; e per formarli un’azienda deve investire su un ragazzo per almeno un anno, cosa non semplice per chi non è strutturato o abbastanza grande»—e con i problemi comuni a tutta la
Costa, causati dal ritardo infrastrutturale.
«Per far correre la Costa servirebbero infrastrutture, viabilità, facility, ma fatti concreti non se ne vedono. Faccio un solo esempio, il porto di Carrara—spiega Costantino— C’è il progetto di ampliamento, ci sono i soldi, ma tra autorità portuale, Regione, Comuni, vari enti e permessi, serviranno sei-sette anni per vedere il progetto diventare realtà. Un tempo infinito in un mondo dove la velocità è essenziale per essere competitivi».
«L’Italia e la Toscana anche nella nautica e cantieristica hanno genialità e capacità di lavoro, non sono secondi a nessuno: basterebbe poco per farci sviluppare come potremmo, per far crescere il Paese e il lavoro», conclude l’imprenditore.

 

Il gruppo

The Italian Sea Group, basato a Marina di Carrara, comprende Admiral, Tecnomar, Nuovi Cantieri Apuania e Celi. È uno dei grandi player della nautica italiana— considerato tra i primi 20 gruppi al mondo dalle riviste specializzate —con circa 350 dipendenti.

La storia di The Italian Sea Group parla di 577 yacht varati in 77 anni, oltre 160 milioni di euro di valore della produzione, 80 milioni di euro di investimenti negli ultimi cinque anni.

Fondatore e attuale presidente del gruppo è Giovanni Costantino, che riveste anche il ruolo di coordinatore della ricostituita commissione regionale nautica di Confindustria Toscana.